Psoriasi: malattia ancora incurabile? Come si cura oggi?

Psoriasi: malattia ancora incurabile? Come si cura oggi?

La psoriasi è caratterizzata dalla comparsa di chiazze rossastre sulla pelle con margini spesso ben delimitati e in genere ricoperte da squame secche e biancastre.

Le zone più colpite sono gomiti, ginocchia, cuoio capelluto e regione sacrale.

È una patologia cronica-recidivante, che alterna fasi di “letargo” a fasi di riacutizzazione. La sua gravità è variabile: possono essere infatti interessate zone del corpo più o meno estese.

Il meccanismo che scatena la psoriasi risiede sull’intera superficie cutanea e consiste in un’accelerazione del rinnovamento delle cellule dell’epidermide (lo strato più esterno della cute). Normalmente queste cellule, disposte a strati compatti, maturano e passano dallo strato più profondo a quello più superficiale (detto corneo) in circa 28 giorni e, una volta giunte in superficie, vengono eliminate.

Nella pelle psoriasica questo processo ha una accelerazione di circa 7 volte e i tempi di rinnovamento sono notevolmente ridotti; un ciclo completo può essere compiuto in soli 3-4 giorni e questo si traduce in un eccesso di cellule superficiali, le stesse che vanno a formare le squame.

Quanto è frequente?

La psoriasi, purtroppo, è piuttosto frequente.

È stimato che circa il 3% della popolazione italiana ne è affetto; l’incidenza risulta decisamente inferiore nella razza nera. I primi sintomi si evidenziano più frequentemente tra i 30 e i 40 anni, ma può manifestarsi a ogni età.

Qual è la causa?

La psoriasi è multifattoriale, dipende cioè da diverse cause, di natura sia genetica, che ambientale. Non esiste un unico fattore di per sé responsabile dell’insorgenza della psoriasi, contro il quale si può concentrare la cura.

È necessario, pertanto, controllare più aspetti e tener conto dei diversi fattori che, in maniera variabile da individuo a individuo, concorrono alla determinazione di questa complessa patologia. È ormai accettata la teoria che la psoriasi riconosca, alla base, un’alterazione del sistema immunitario.

Più tecnicamente, un tipo di cellule del nostro sistema immunitario che normalmente ci proteggono da microrganismi esterni (i linfociti T), giunti nella cute, non riconoscono le cellule del nostro organismo e le attaccano come se fossero estranee, scatenando un processo infiammatorio che porta ad una superproduzione di cellule dell’epidermide.

Alla base della patologia vi è anche una predisposizione genetica: circa il 30% delle persone affette da psoriasi è a conoscenza di avere almeno un parente di primo grado (genitori, fratelli, figli) con la stessa malattia.

Oltre ai fattori ereditari, si associano anche fattori ambientali, considerati “scatenanti”, che rendono manifesto ciò che è già geneticamente determinato:

  • lo stress;
  • piccole ferite, contusioni, lesioni da trattamento;
  • infezioni, non solo della cute;
  • alcuni farmaci come betabloccanti e calcioantagonisti;
  • fumo di sigaretta;
  • abuso di alcool;
  • obesità (si ipotizza una correlazione tra malattia e indice di massa corporea).

Quali sono i sintomi e le eventuali manifestazioni correlate?

Prima della comparsa della forma conclamata di psoriasi con le lesioni caratteristiche, si possono osservare alcuni segni minori, quali: piccole squame all’interno dei padiglioni auricolari, piccole scanalature sulle unghie, arrossamento in corrispondenza del solco intergluteo o ancora di forfora secca accentuata.

Nella forma conclamata le chiazze psoriasiche possono assumere moltissimi aspetti che caratterizzano le diverse varietà cliniche e possono interessare zone cutanee più o meno estese.

La lesione psoriasica classica è rappresentata da una chiazza eritematosa (irritazione della cute) a margini arrotondati, ben definiti, ricoperta da piccoli cumuli squamosi di colore biancastro facilmente staccabili.

Le varietà cliniche possono essere variamente combinate tra loro o succedersi nel tempo.

La variante più comune è la psoriasi a placche, di cui risulta affetto circa l’80% dei pazienti.

Le lesioni sono caratteristiche, possono essere isolate o, ingrandendosi, confluire tra loro per formare le classiche chiazze. Possono manifestarsi su qualsiasi parte del corpo anche se normalmente le sedi più colpite sono i gomiti e le ginocchia, la regione sacrale, la piega interglutea e il cuoio capelluto. Le lesioni possono persistere indefinitivamente con frequente regressione parziale delle placche.

La psoriasi si associa molto spesso, oltre alle manifestazioni cutanee e all’artrite psoriasica, ad altre patologie sistemiche. La malattia ha infatti un significativo impatto sullo stile di vita: uno psicologico, che può portare a mangiare di più, e uno legato alla minore attività fisica, che comporta quindi una maggiore sedentarietà e quindi un aumento del peso corporeo. Tutto ciò può portare ad uno stato di obesità con tutte le sue patologie associate.

Sembra che l’obesità abbia un’incidenza doppia negli psoriasici rispetto alla popolazione generale, e soprattutto nella sua forma più grave.

Il 71% dei pazienti psoriasici diventa in sovrappeso o obeso dopo l’insorgenza della malattia.

L’associazione psoriasi e obesità rende inoltre maggiormente frequenti altre comorbidità come diabete mellito tipo II, dislipidemia e ipertensione.

L’insieme delle seguenti comorbidità: obesità, fumo, ipertensione, diabete e iperlipemia comporta un inevitabile aumento del rischio cardiovascolare negli psoriasici sia in termini di aumento di incidenza di infarti che di morte.

Di conseguenza risulta opportuno considerare i malati di psoriasi a elevato rischio cardiovascolare, pertanto, l’educazione a uno stile di vita sano (astensione da fumo, dieta, esercizio fisico) rappresenta un aspetto fondamentale in termini di prevenzione.

Prof. Paolo Gisondi
Specialista in Dermatologia

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